When I use a word, it means just what I choose it to mean-neither more nor less. Studies in honour of Stefania Nuccorini
Author | : Dora Faraci |
Publisher | : Roma TrE-Press |
Total Pages | : 291 |
Release | : 2024-02-16 |
ISBN-10 | : 9791259772961 |
ISBN-13 | : |
Rating | : 4/5 ( Downloads) |
Download or read book When I use a word, it means just what I choose it to mean-neither more nor less. Studies in honour of Stefania Nuccorini written by Dora Faraci and published by Roma TrE-Press. This book was released on 2024-02-16 with total page 291 pages. Available in PDF, EPUB and Kindle. Book excerpt: Il volume raccoglie una serie di quattordici saggi da parte di studiosi italiani e stranieri – colleghe e colleghi, allieve di un tempo, amici – che hanno inteso così onorare la figura personale e professionale di Stefania Nuccorini, Professore Onorario dell’Università di Roma Tre, e autorevole studiosa di lingua e linguistica inglese. I saggi esplorano ambiti di ricerca in cui si è distinta l’operosità scientifica di Stefania Nuccorini, definita “Master of Words” dalle colleghe e amiche di Roma Tre. In primis, passato, presente e futuro della lessicografia, con saggi sui glossari anglosassoni (Faraci), note d’uso nella storia della lessicografia inglese (Bejoint), learners’ dictionaries (Klotz) e e-lexicography (Pettini). Poi, studi di carattere lessicologico, con particolare riferimento alle collocazioni (Pinnavaia), agli anglicismi in italiano (Pulcini e Fiasco), ai verba dicendi in prospettiva comparativa e traduttiva inglese-italiano (Bruti), nonché all’uso di già nella traduzione audiovisiva dall’inglese (Pavesi e Zanotti). Di taglio didattico e transculturale sono due saggi su English as a Lingua Franca (Lopriore, Sperti) e un terzo sull’inglese come relay language (Nied Curcio). Completano la raccolta due saggi di carattere letterario e teatrale, relativi a Laurence Sterne (Ruggieri) e al Macbeth shakespeariano (Di Giovanni e Raffi), mentre si muove tra lingua e letteratura un saggio sulle pratiche stenografiche di Charles Dickens (Bowles). DOI: 10.13134/9rdp-3r87